Di recente, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica per cercare “fare di più” contro questa malattia che, come ha dichiarato la Presidente Ursula Von Der Leyen, tocca praticamente tutti. Il 40 per cento della popolazione della UE è infatti interessata direttamente dal cancro con importanti ripercussioni sui sistemi sanitari nazionali e sull’economia. In circa il 40 per cento dei casi il cancro può essere prevenuto, ma su questo tema non si fa abbastanza. Il piano europeo che sarà presentato entro la fine del 2021 proporrà misure di prevenzione, indicazioni per la diagnosi precoce con un maggior ricorso alle tecnologie digitali, suggerimenti intesi a migliorare trattamenti e cure e azioni sulla qualità della vita. La questione dello stile di vita dovrebbe essere al centro di ogni iniziativa di promozione della salute. Stella Kyriades, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha raccolto la sfida sottolineando che i cittadini europei si aspettano un’azione risoluta e che un piano europeo di lotta al cancro, per avere successo, necessita di un pieno coinvolgimento del-la gente. Pare dunque che l’Europa, su questo tema, voglia porgersi in posizione di ascolto non soltanto rispetto alle istituzioni ma anche relativamente ai cittadini. Una consultazione pubblica, se realizzata bene, ha il grande vantaggio di raccogliere le sensibilità della gente quindi più ricevibili le proposte dei tecnici. La questione appare urgente poiché, in assenza di ulteriori interventi efficaci, entro il 2035 il numero dei casi di tumore potrebbe raddoppiare e il cancro diventerebbe la principale causa di morte della Ue. Le raccomandazioni del codice europeo contro il cancro, se fossero concretamente applicate, potrebbe agire sul 40% delle neoplasie maligne. 12 sono i modi per ridurre il rischio della malattia tumorale e al primo e secondo posto figurano le questioni legate al tabagismo: non fumare, non consumare nessuna forma di tabacco, rendere case e luoghi di lavoro liberi dal fumo. Combattere il tabagismo è prioritario nella prevenzione del cancro.
Purtroppo la lotta al fumo di sigaretta incontra difficoltà in tutto il mondo a causa di interessi economici confliggenti ma soprattutto perché il fumo di tabacco è una dipendenza provocata dalla nicotina.
L’effetto cancerogeno del fumo di tabacco è in massima parte dovuto ai prodotti della combustione. La nicotina, sostanza vasoattiva che crea dipendenza, non ha un ruolo diretto cancerogeno. Accendendo una sigaretta si sprigionano 70 cancerogeni certi e alcune migliaia di sostanze fortemente irritanti e così il fumatore per assimilare la nicotina che è la mediatrice del piacere del fumo, finisce con inalare anche molte altre sostanze che minano la salute di quasi tutti i vari organi ed apparati.
Fabio Beatrice, Docente presso l’Università di Torino. Fondatore del Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco, Specialista in Otorinolaringoiatria, Past Presidente della Società Italiana di Tabaccologia.
Per “Il Foglio”