Avviata una nuova cura per il mesotelioma molecola del ferro probabile causa dei tumori

2.03.2023

Presentato in municipio a Monfalcone lo studio della Lilt sulle conseguenze dell’esposizione all’amianto.

Potrebbe nascondersi nelle molecole del ferro il segreto che da anni impegna medici e ricercatori sulle cure più efficaci a quanti patiscono le conseguenze dell’esposizione all’amianto. La più grave e letale delle quali è il tumore mesotelioma.
Su questo fronte la medicina sta facendo passi in avanti grazie al ricorso alla immunoterapia che sta dando risultati migliori rispetto alla chemioterapia.
Questo in estrema semplificazione quanto emerso ieri in municipio a Monfalcone dove a cura della Lilt isontina e del Comune è stato fatto il punto sullo studio “Prevenzione delle neoplasie asbesto correlate». Una ricerca genomica sostenuta dal Dipartimento di Scienza della Vita dell’Università di Trieste.
Relatrici le ricercatrici dottoresse Violetta Borelli e Paola Zacchi. È intervenuto anche il dirigente Asugi di Oncologia, Aldo Iop.
Lo studio è finanziato dalla Lilt Isontina a cui si aggiungono i fondi assicurati dal Comune di Monfalcone. L’aver ospitato la presentazione dello studio nella sala del Consiglio comunale, ha riferito in apertura il sindaco Anna Maria Cisint, ha voluto sottolineare la vicinanza dell’istituzione a quanti si adoperano per la salute, in questo caso la LILT che alle campagne di prevenzione aggiunge il sostegno alla poderosa ricerca sulle conseguenze dell’esposizione all’amianto.
All’incontro erano presenti i sindaci di Staranzano e Turriaco, Marchesan e Bullian, il consigliere comunale di San Canzian Malaroda, l’associazione esposti amianto, l’associazione Benkadì che sviluppa nelle scuole il progetto amianto del Ccm con LILT e AEA.
In apertura il presidente della Lilt isontina, Michele Luise, ha fatto il punto sull’attività dell’associazione nel campo della prevenzione e l’impegno consolidato sull’amianto.
Ha ricordato che la prossima campagna partirà a metà marzo. Solo in occasioni come quella la Lilt attiva anche una raccolta fondi.
Di conseguenza, ha rilevato a margine della conferenza Luise, diffidare da sedicenti volontari Lilt che anche ieri mattina, vicino alla farmacia di via Primo Maggio, chiedevano contributi per la Lilt.
Violetta Borelli ha fatto il punto sulla ricerca vera e propria. Solo una forbice tra il 4 al 7 per cento degli esposti amianto sviluppa patologie cancerogene quali mesotelioma o carcinoma polmonare, mediamente dopo 40-50 anni dall’esposizione cosiddetta senza soglia, ovvero senza il dettaglio del tempo dell’esposizione. Basta, infatti, aver inalato appena poche fibre, per sviluppare una patologia.
Il quesito di fondo è capire come mai alcuni esposti si ammalano gravemente e altri no. Di qui la meticolosa analisi degli studi sulla banca dati dei Dna degli esposti deceduti o attaccati dal tumore. Lo studio si sta concentrando sulle varianti delle proteine che regolano il metabolismo, del ferro in particolare.
Tali risultanze sono state pubblicate di recente su riviste scientifiche.
Paola Zacchi ha toccato l’importante tema delle bonifiche e dello smaltimento dell’amianto. Ancora oggi in Italia lo smaltimento avviene nelle apposite discariche (a Porcia nel Friuli Venezia Giulia).
Un’alternativa è data dall’inertizzazione dell’amianto a 1600 gradi di temperatura per almeno 24 ore. Procedimento però troppo energivoro. Presso la società Friulana Costruzioni di Codroipo è in corso una sperimentazione con la tecnologia meccanochimica. Il materiale trattato viene successivamente analizzato per verificare l’eventuale persistenza di fibre d’amianto.

Infine, il dottor Aldo Iop nel ribadire quando il mesotelioma rappresenti ancora oggi un tumore difficilmente curabile (nel 2020 duemila casi in Italia, 60 in regione) con una sopravvivenza media del 10% superiore ai 5 anni dalla diagnosi, ha portato un messaggio di speranza ricordando la nuova frontiera della cura attraverso l’immunoterapia che stimola il sistema immunitario a combattere il tumore. Fino adesso si è registrata una più lunga sopravvivenza dei malati fino a 18 mesi. «Dal mesotelioma non si guarisce – ha detto Iop – ma con questa terapia si può vivere di più».
Nelle conclusioni l’assessore Sabina Cauci ha ribadito quanto l’impegno per ridurre le polveri sottile sia fondamentale per prevenire i tumori. —
Il Piccolo, 1 marzo 2023
R.C.

5x1000

Dona il tuo 5x1000 alla Lega Italiana Lotta ai Tumori.
Scopri come